PJL-40

WOBI (e il mondo) diventa Social

WOBI è il nomignolo del World Business Forum, appuntamento ormai classicoorganizzato dall’ HSM, che vede Milano protagonista globale come sede per due giornidi una finestra strategica sul mondo, ricca di stimoli su presente e futuro.

Perini Journal

E' il nuovo nome, accorciato, perché si sa, in un mondo in cui bisogna riuscire a esprimere concetti anche molto complessi in meno di 140 caratteri, un nome corto aiuta.

E infatti questo del 2012 è stato un evento molto “sociale”: tutti i guru che hanno presenziato, nonostante molti non siano più giovanissimi,in quei giorni non hanno mai smesso di twittare e raccogliere nuovi followers; ciò a conferma che anche un format d’altri tempi come un forum con presenza fisica in un singolo punto del mondo, un classicissimo se pur tecnologicamente avanzato centro congressi, si può rinnovare e raggiungere una scala globale, attraverso la trasmissione virale e praticamente gratuita delle stesse informazioni che riceveva il pubblico pagante in sala. Però in pillole di meno di 140 caratteri.

A dire il vero, c’è anche stato un caso di presenza virtuale: Guy Kawasaki, di cui parleremo più avanti, si è comodamente collegato dalla California dove vive, e con un collegamento di video-conferenza perfetto ha presentato ed ha interagito con la sala. Certo, essere fotogenici aiuta.

 

VORREI FARE UN BREVE COMMENTO ANCHE RIGUARDO ALL'INTERAZIONE "SOCIALE" DEL PUBBLICO: normalmente un auditorium pieno di persone intimidisce, e le domande a questi speaker di per sé intimidenti sono sempre poche e vanno “strappate” con tecniche da dentista, se non preparate ad arte in precedenza.

D’altra parte la possibilità di inviare domande e commenti anche per vie alternative ha sicuramente aiutato i più timidi (ma “socialmente” attivi) e così le domande non sono mancate, tanto da far presumere che molte risposte siano arrivate dopo i relativi interventi.

 

PERSONE, PERSONE, PERSONE E SOSTENIBILITA'. Sarebbe lungo, ambizioso e un po’ pedante cercare di ricapitolare in un articolo tutti gli interventi di WOBI Milan 2012, mentre credo valga sicuramente la pena ricordare quali sono stati i temi che hanno catalizzato maggiormente l’attenzione di relatori e pubblico: prima e sopra tutti stravincono quelli che mettono al centro le persone, in senso positivo ma a volte intese anche come ”limite” naturale e meraviglioso a cui tutte le grandi potenze e i grandi poteri devono sapersi inchinare.Le persone sanno inventare e reinventarsi, sanno gestire il potere in modi sempre nuovi, più efficaci e più socialmente accettabili, le persone sanno essere consumatori intelligenti attivi, ormai in grado di fare valereistantaneamente la propria opinione e così facendo di influenzarne altre.

Di pari passo con le persone viaggia sempre più importante la sostenibilità, concetto declinabile in molte forme ma sempre legato a garantire alle persone una forma di benessere comune e condiviso.

Altri temi di cui si è parlato, ma che resteranno forse meno memorabili all’interno dell’agenda di interventi,in quanto più classici, sono stati innovazione, marketing, strategia. Si è parlato anche di leadership e trend globali, ma a ben vedere in fondo, sono altri temi strettamente legati alle persone e alla sostenibilità.

 

PERSONE CHE HANNO LASCIATO IL SEGNO. A parte un nutrito e interessantissimo gruppo di relatori europei,il commento generale che si può ancora fare è che gli Stati Uniti sono sempre la patria del moderno pensiero,una volta definito occidentale, oggi forse meno rispondente a questa categorizzazione. Negli USA hannotrovato casa tanti guru non necessariamente americani, a leggere i loro nomi e ascoltare i loro accenti.

Gli interventi memorabili sono stati tanti e nel cercare di distillare in perfetto stile Twitter i messaggi salienti, mi viene in mente subito Rosabeth Moss Kanter,perché prima a parlare e rompere il ghiaccio e anche per seniority: è considerata una delle 50 donne più potenti del mondo. Questa signora ci ha saputo stupire con la freschezza della sua analisi del nuovo potere e della capacità che devono averei nuovi potenti di influenzare, persuadere e molto spesso anche sapere essere interessanti:in un mondo che dà tantissima importanza a quello che viene comunicato,i leader devono saper completare un quadro di competenze nell’ identificare talenti, sapere dare e ispirare fiducia, con una buona quota di intrattenimento.

E sul concetto di intrattenimento, per quanto frivolo possa sembrare, viene subito in mente l’intervento “magico” di Andy Cohen, moderno esperto di marketing che ha lavorato con le aziende che del marketing hanno scritto la storia. Penso che nessuno dei presenti potrà dimenticare il suo intervento: oltre a numeri di magia piuttosto classici, si è liberato da una camicia di forza esattamente come fece Houdini all’ inizio del secolo: per insegnarci con un esempio pratico un altro significato del potere, e cioè la capacità di sfidare continuamente le proprie assunzioni e i propri limiti, che sono spesso auto imposti. E così l’apparentemente scherzoso invito a giocare, provare, e esplorare è quanto di più serio e tangibile ci siamo portati via dal Forum.

 

"ENCHANTMENT", COME TRADURRE QUESTA PAROLA? IN ITALIANO POTREBBE ESSERE "INCANTESIMO", anche se nella nostra cultura il pensiero va subito alle fiabe. Il senso è in realtà proprio quello di sapere regalare una sensazione da favola ai propri Clienti: dopo averli soddisfatti e poi deliziati, ora si tratta di lasciarli a bocca aperta, estasiati,“incantati”. Certo, non è cosuccia da tutti. E infatti a parlarcene è l’ex Chief Evangelist Officer di Apple, GuyKawasaki: Steve Jobs teneva molto alla figura degli “evangelisti” in azienda, che sapevano trovare il modo diispirare Clienti e dipendenti, come in un’ esperienza, sacra, religiosa.

In realtà, come in ogni storia americana che si rispetti, c’è molta poca aura sacrale e molto, moltissimo pragmatismo: infatti Guy ci ha accompagnati attraverso la sua ricetta di 10 passi verso l’“incantamento”, per usare un’altra, più brutta, traduzione letterale. Quindi “si può fare!”, e con tanta, tanta pratica, tutti possiamo aspirare a fare gli evangelisti.

A parte gli scherzi, Guy Kawasaki è anche uno dei più piacevoli e utili personaggi da seguire su Linkedin o Twitter, provare per credere. Tra l’altro, proprio parlando di social networks l’evangelista Guy cita Dio, in un modo che mi piace ricordare: “È come se Dio avesse fornito il meccanismo di raggiungere ogni singolo Cliente in un istante. E non c’è mai stato un tempo migliore” (sottinteso: per chi si occupa di marketing,ovviamente!).

 

SEMPRE PENSANDO AGLI INTERVENTI MEMORABILI, MI VENGONO POI IN MENTE DUE SPEAKERS DI LINGUA SPAGNOLA: IL PRIMO CATALANO, IL SECONDO ARGENTINO. Manel Estiarte, mi sono informata, non è un nome molto conosciuto tra gli appassionati di sport: ex allenatore di pallanuoto che ha portato la sua nazionale all’oro olimpico, portava una testimonianza legata a una fase molto diversa della sua vita, quella in cui Pep Guardiola (nome molto più noto tra i suddetti appassionati,di calcio in particolare) lo chiamò al suo fianco con un ruolo di curatore quando era alla guida del mitico F.C. Barcellona, che con lui, passatemi l’ approssimazione da non appassionata, è stata una delle squadre di calcio più forti nella storia di questo sport.

Estiarte ci ha parlato del metodo Guardiola: e di nuovo si è parlato di moderni stili di leadership, di come questo allenatore umile abbia saputo mettere la squadra e i giocatori prima di tutto e di se stesso,riuscendo a capire di ognuno come ricavarne la persona e il giocatore migliore. Abbiamo visto filmati, ascoltato racconti ed esempi di situazioni da spogliatoio e in campo, e penso proprio che ci siamo commossi tutti. E in molti poi siamo andati su Youtube a vederci la festa di addio che il Barcellona ha fatto al suo Pep (non è normale organizzare un evento per salutare un allenatore, vero?) e il suo discorso da leader degli anni 2000.

Claudio Fernandez Araoz vince invece il mio premio simpatia: nonostante credo si intuisca da quanto scritto sopra, sia difficile dire quale personaggio sia stato più bravo a catturare l’attenzione del pubblico,questo signore lo ricorderemo per un po’. Senior advisor di Egon Zehnder,quindi ottimo conoscitore di persone, ci ha parlato in modo un po’ scherzoso del perché oggi più che mai sia così difficile identificare prima, e trattenere poi, i migliori talenti. L’obiettivo è allontanarsi il più possibile dalla stessa probabilità del fare testa o croce, cosa chetroppo spesso si verifica. Nel descrivere la sua metodologia, in buona parte empirica e fatta di tanto lavoro ed esperienza, e un po’ di struttura, ci ha quindi parlato del suo ultimo libro che, quantifica con dati reali il valore che porta ad un’azienda il reclutare le persone migliori (sembra quasi un’ovvietà, ma le differenze sono veramente allarmanti). E poi spiega come affinare questa capacità che quindi è una di quelle fondamentali di un buon leader (ebbene sì, ancora una!).

 

LE GRAVI NOTE. Per concludere, e per la serie “ultimi ma non ultimi”, un segno molto profondo lo hanno lasciato Nuriel Roubini e il nostro Romano Prodi. Di formazione e generazioni diverse, i due economisti hanno dipinto due quadri ognuno con il proprio tocco ma non così distanti tra loro, dello scenario dell’economia globale. La coincidenza temporale ha voluto che proprio la mattina in cui ha parlato il Dott. Prodi si fosse saputo che Barack Obama era il nuovo Presidente degli USA, e quindi l’ apertura dovuta è stata proprio sull’ interpretazione delle conseguenze, dal punto di vista europeo. In particolare, Prodi ha evidenziato come il secondo (e ultimo) mandato di un Presidente americano è quello in cui riesce ad agire con maggiore libertà, e quindi le aspettative di riforme del sistema sociale sono alte e ben si conciliano con le posizioni europee su questioni analoghe.

E di “Europa 2013” Prodi ha parlato molto, mostrando dati macroeconomici tesi a mostrare come l’ Europa sia molto più in salute degli USA per tanti versi, ma come le divisioni tra stati europei impediscano aggiustamenti rapidi, e del fatto che, in assenza di concorrenza, il primo Ministro europeo sia ormai il “sig. Spread”.Ha fatto previsioni di un’Europa diversa, con un’economia reale che andrà diversificandosi profondamente.Ha parlato anche molto della crisi greca (e la sera stessa in Grecia si manifestava davanti al Parlamento,incendiando auto e con grossi timori di guerra civile); ha parlato della Germania, a cui, ha spiegato bene, serve molto l’Europa, e ne ha parlato come modello vincente (“la vera Cina è la Germania”, ha detto).

E si è assestato su una previsione di Europa a due velocità, un’Europa più interna e trainante, in cui ci dovrà essere maggiore coesione, e un’Europa più esterna e più lenta.

Ascoltare Romano Prodi è anche stata una dimostrazione di come oggi siamo abituati a leader carismatici e, per usare un termine di Moss Kanter, “intrattenitori”,e sicuramente il Dott.Prodi, per quanto simpatico,incarna lo stereotipo dell’esperto leader tecnico di altri tempi, che nel clamore a cui ci abituano leader nuovi e migliori comunicatori, non riesce a catturare scena e audience come invece la sua voce esperta potrebbe ancora meritare.

 

NURIEL ROUBINI, DI CONTRO, E' MOLTO CARISMATICO: cittadino del mondo, persona chiaramente intelligentissima e preparata, è l’ economista assurto agli onori di cronaca per aver previsto il collasso del mercato dell’ edilizia e la recessione mondiale iniziata nel 2008. Professore alla Stern University di New York, è ora uno degli economisti più ascoltati per quanto riguarda la capacità di prevedere il futuro, nemmeno troppo lontano, visto che ormai i cicli economici durano settimane.

E tutto sommato è riuscito ad essere cautamente ottimista, nel momento in cui ha detto che l’ economia mondiale può ripartire. Ma è stato molto chiaro nell’ individuare tantissime cause di fragilità dell’attuale equilibrio instabile: dalla situazione di molte multinazionali giganti a quella dei mercati finanziari, alla crisi politica di Europa e Stati Uniti, e molte altre ancora. Essendo ospite a Milano, è partito dalla situazione europea, facendo riferimenti anche all’Italia ma soprattutto all’esempio della Grecia ed al fatto che una ricerca troppo radicale di “restaurazione” non aiuti al meglio l’economia a riprendersi.

Toni analoghi ha usato parlando dell’ormai attualissima questione del Fiscal Cliff e quanto sia corretto fa rpagare di più in tasse agli Americani e con che modalità. Ha poi parlato del ruolo della Cina come seconda economia mondiale e quindi come i dati di export verso la Cina stiamo spostando la forza delle relazioni e degli equilibri tra macro regioni e stati; si è anche spinto a dire che il modello di crescita cinese non è sostenibile, non è equilibrato, i consumi interni sono ancora troppo bassi. Ha parlato del ruolo delle banche e dell’influenza che gli Stati possono avere a bilanciare questi movimenti rapidi e violenti che portano scompensi a livello globale. Ha dato uno sguardo anche alla situazione medio-orientale, e di una potenziale guerra tra Israele e Iran, che in un’economia così fragile potrebbe avere effetti devastanti, al di là dell’uso della stessa bomba atomica. Ultimo riferimento Roubini lo ha fatto alla primavera araba, come esempio di effetto virale (aspetti negativi del social? O semplicemente democratici?) da Egitto Tunisia e Libia a Siria,Yemen, e possa coinvolgere tutti i paesi musulmani fino al Pakistan, creando una nuova fonte di instabilità dei prezzi del petrolio.

Ha detto tante altre cose interessantissime per quanto preoccupanti, probabilmente facendo stabilIre a molti il record di note prese per un singolo relatore.

Insomma è stato un WOBI figlio del suo tempo, per non dire dei suoi giorni. È stato emozionante essercie fermarsi, per due giornate, a pensare a temi così “grandi” ma anche così incredibilmente impattanti sulnostro quotidiano. E per qualche ora ci siamo sentiti potenti, perché abbiamo capito che tutti insieme siamomiliardi e possiamo veramente cambiare il mondo se lo vogliamo, anche con un tweet. •

  • Andy Cohen
  • Rosabeth Moss Kanter
  • Manel Estiarte
  • Guy Kawasaki
  • Romano Prodi
  • Claudio Fernandez Araoz
  • Nuriel Roubini
Commenti:
Accedi o Registrati subito per pubblicare un commento