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Il mulino della carta di Basilea

Il Museo della Carta, della scrittura e della stampa di Basilea conserva e condivide attivamente con i visitatori le antiche tecniche che hanno consentito nei secoli la raccolta e la diffusione delle idee e delle conoscenze.

Nico Zardo

 

Adagiata su un’ansa del Reno, al centro dell’Europa, Basilea, sa ben evocare con il suo paesaggio e suoi edifici i segni di una storia importante e di grande civiltà. Baluardo dell’impero romano col nome di Augusta Raurica, divenne un dinamico crocevia di diverse culture europee, grazie anche alla presenza della prima università fondata a nord delle Alpi, nel 460, da papa Pio II, dove insegnarono Paracelso ed Erasmo da Rotterdam. Sede di importanti aziende farmaceutiche, storico riferimento per negoziati e convegni di pace internazionali,accoglie oggi importanti musei e centri studi di ogni forma di arte, rendendo viva e visibile la sua propensione alla cultura.

 

IL MUSEO DELLA CARTA E' OSPITATO IN UN VECCHIO MULINO, nel quartiere di St. Alban, dove dal 12° al 17° secolo una decina di mulini assicuravano a Basilea il primato per la produzione della carta in Svizzera. Negli stessi ambienti dove Antonio Gallician nel 1453 aveva fondato la sua cartiera, in seguito trasformata da altri cartai e attiva fino al 1924, ancora oggi è possibile seguire il processo di produzione della carta coi metodi di allora, partecipando direttamente alle fasi principali della sua realizzazione. La proposta di intervento pratico è abbinata a un percorso didattico che, con una esauriente grafica e importanti reperti, narra la storia della carta partendo dalle sue origini: dal tapa, ottenuto lavorando la parte interna della corteccia del gelso, al papiro fino alla pergamena.

 

NEL MULINO DI BASILEA LA CARTA viene fatta seguendo prassi classiche e usando attrezzi e macchine d’epoca. Si parte dalla raccolta e la lavorazione degli stracci e la loro triturazione con grandi magli azionati dall’energia idraulica per ridurli, mischiati con acqua, alla pasta fibrosa dove si immerge la forma, che una volta liberata dall’acqua in eccesso assume la dimensione e l’aspetto del futuro foglio. Tolti dalla forma, adagiati con cura tra feltri, una volta impilati, i fogli sono pressati con un grosso torchio per eliminare l’acqua in eccesso. Poi vengono appesi a fili e lasciati asciugare come panni stesi al sole. Successivamente i fogli saranno lisciati e trattati per rendere la superficie impermeabile all’inchiostro che, diversamente, si espanderebbe come su una carta assorbente.

 

NON C'E' COME SEGUIRE LE TANTE FASI DELLA SUA LAVORAZIONE PER FAR NASCERE IL RISPETTO PER IL FOGLIO DI CARTA: Non c’è come seguire le tante fasi della sua lavorazione per far nascere il rispetto per il foglio di carta : non fosse altro per la fatica che richiede la sua produzione. Viene naturale quindi riservare ammirazione e riconoscenza per il francese Nicolas-Louis Robert che nel 1798 inventò una macchina che permette la produzione di un nastro continuo di carta, prefigurando, con i perfezionamenti dell’inglese Bryan Donkin (1804) la tecnica della sua produzione industriale. Di particolare interesse troviamo nel museo una paper machine, modello in miniatura simile alle grandi macarea chine tipo Fourdrinier attualmente in uso, costruita da Kämmerer Ltd. nel 1964, in grado di produrre rotoli d icarta larghi 30 cm. L’esemplare spirito di completezza nell’esposizione dei diversi tipi e usi della carta non tralascia di considerare la carta igienica alla quale viene riservato un angolo con una mini storia che prevede esempi che vanno dai fogli di giornale attaccati a un gancio metallico fino ai primi moderni rotoli di tissue.

 

MA IL MUSEO DI BASILEA NON SI FERMA ALLA CARTA, prosegue e completa l’importante funzione di storicizzazione dell’”arte bianca”, la carta, con l’”arte nera”: la scrittura, i caratteri tipografici e le macchine da stampa e poi la confezione del libro. Per la storia della scrittura si possono ammirare statuette di pietra con geroglifici datati 1500 a.c. tavolette con incisioni cuneiformi del 600 a.c. e da questi passare a una stamperia del 15° secolo con torchi da azionare a mano, analoghi a quelli che poteva usare Gutenberg. Dai caratteri in legno si passa a quelli in piombo in un laboratorio dove vengono fusi “al momento” sotto gli occhi del visitatore. Ai piani alti del museo troviamo diverse macchine da stampa che hanno funzionato fino agli anni ‘80 del secolo scorso, quando la rivoluzione del digitale ha, in pochi anni, reso obsolete tecniche e procedure “scolpite” nel metallo.Tutti queste macchine non sono lì solo per testimoniare una tecnologia che ha segnatola nostra storia: sono attive e funzionanti, a disposizione di chi volesse ordinare prodotti stampati con modalità e qualità “antiche” e per offrire opportunità di apprendimento e di lavoro a persone con disabilità. Un ulteriore merito di questo prezioso piccolo grande Museo della Carta di Basilea. •

  • L'artigiano che raccoglie la pasta con la forma.
  • La raccoglitrice di stracci nel 18° secolo
  • L'ingresso del museo
  • I fogli stesi ad asciugare
  • I magli per triturare gli stracci
  • Fogli di carta vegetale (tapa).
  • L'angolo della carta igienica.
  • Un modello in scala ridotta di una macchina tipo Fourdrinier per la produzione della carta.
  • Documento con antiche scritture.
  • Documento con antiche scritture.
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