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Come garantire una produzione di tissue sostenibile

Nel mese di gennaio 2012, la CEPI, Confederazione Europea dell'Industria Cartaria, ha pubblicato il documento "2050 Forest Fibre Industry (FFI) Roadmap to a low-carbon bio-economy".

Pirkko Petäjä - Pöyry Management Consulting

La Forest Fibre Industry (FFI) è composta da 200.000 aziende di produzione operanti nei settori pasta, carta, cartone e prodotti in legno, le quali occupano nel complesso 1,9 milioni di dipendenti, contribuendo all'economia UE con un fatturato di 75 miliardi di euro. La FFI comprende anche l'industria europea del tissue. Cos'è la CEPI 2050 Roadmap? La CEPI 2050 Roadmap delinea una tabella di marcia verso il traguardo di un'economia competitiva a basso impatto di carbonio entro il 2050. Gli obiettivi della Roadmap sono stati fissati comparandoli ai livelli del 1990 e mirano a ridurre dell'80% le emissioni industriali totali di CO2 (biossido di carbonio) nella UE entro il 2050. La CEPI ritiene che il 60% sia raggiungibile attraverso strategie di investimento e tecnologie emergenti disponibili, ma perché la FFI arrivi a una riduzione dell'80%, sarà necessario introdurre e implementare tecnologie d'avanguardia entro il 2030. L'industria deve effettuare il passaggio dalle migliori tecnologie disponibili (BAT o Best Available Technologies) alle tecnologie emergenti. Ciò significa andare alla ricerca di tecniche e tecnologie ancora inesplorate al di fuori della UE.

Questa la vision della CEPI: "Se riusciamo a mettere a punto un sistema basato su risorse biologiche rinnovabili e disponibili in natura, il pianeta può supportare il nostro modello di società". Per raggiungere tale obiettivo, la CEPI mira a trasformare il settore attraverso quei progressi tecnologici che permettano di compensare il gap del 20%.Nell'industria del tissue, la tecnologia necessaria a trainare gli obiettivi della Roadmap si traduce in una riduzione della domanda energetica per la produzione, ossia puntare il focus sulle fasi di essiccazione e riduzione della grammatura di carta/imballaggi come pure su nuovi materiali di confezionamento. Riguardo alla fibra riciclata, significa migliorare la selezione dei materiali, ridurre la raccolta mista ove possibile e anche far rimanere tale fibra in Europa. In ambito energetico, vuol dire infine concentrarsi su caldaie a biomassa per produzione combinata di calore ed elettricità (CHP).

 

La Roadmap punta il dito sulle emissioni di carbonio (carbon footprint). La carbon footprint è "Una misura delle emissioni totali di gas serra generate direttamente e direttamente da una persona, un'organizzazione, un evento o un prodotto". La carbon footprint tiene conto di tutti i sei gas serra del Protocollo di Kyoto, di cui il CO2 è il più importante.

Al momento risulta difficile mettere a confronto le varie aziende sul piano della carbon footprint. Esistono alcuni strumenti, ma non vi sono standard globali disponibili.

Per misurare la carbon footprint di un prodotto, bisognerebbe analizzare l'intera catena di produzione:

 

-aziende di prodotti forestali;

produzione di fibra;

produzione di altre materie prime, materiali di confezionamento e combustibili;

elettricità, vapore e calore acquistati;

trasporti in entrata e in uscita, con relative emissioni di gas serra.

 

Green Mill IndexTM - uno strumento per misurare la sostenibilità, carbon footprint compresa. In ogni caso, la carbon footprint è solo una parte della sostenibilità e dell'immagine ecologica di un'azienda. La necessità di prendere in considerazione la sostenibilità nel suo insieme ha generato a sua volta il bisogno di misurare la performance di un'azienda su scala più ampia. Esaminare tale performance da un unico punto di vista - come il consumo di acqua o energia o ancora la carbon footprint - non basta. Pöyry ha elaborato un metodo che consente di misurare in modo globale la sostenibilità di uno stabilimento, partendo dai trasporti di materie prime, passando per il processo di produzione fino alla spedizione del prodotto finale. Il risultato è il Green Mill IndexTM, che può essere usato per misurare la sostenibilità d'insieme delle aziende. Naturalmente ciò riguarda anche gli stabilimenti di tissue. La valutazione di Pöyry si basa su 8 indicatori principali, che a loro volta comprendono più di 50 sub-indicatori. Tra gli indicatori analizzati vi sono: emissioni in acqua, aria e terra, domanda di materia prima e influenza del luogo, efficienza energetica e produzione di effluenti. Il risultato è un indice relativo all'intero ciclo di vita del prodotto, dove la carbon footprint viene valutata per tutta la catena di produzione, sia in termini di impatti diretti che indiretti. Sebbene il Green Mill Index di Pöyry non introduca le tecnologie d'avanguardia necessarie a centrare gli obiettivi della Roadmap 2050, tuttavia esso fa sì che i prodotti si attengano ai principi della Roadmap.

A titolo di esempio, l'indice può essere usato anche come segue:

 

-due diligence ambientale;

quale strumento di gestione per il benchmarking delle attività operative;

per migliorare la performance di sostenibilità dell'azienda;

per valutare nuovi investimenti;

per la comunicazione all'esterno.

 

Il Green Mill IndexTM di Pöyry misura la sostenibilità globale dell'industria del tissue rispetto a diverse qualità di carta e cartone, oltre a comparare l'azienda di tissue con altre realtà produttive del settore. Grazie all'indice, è possibile analizzare lo status di un'azienda e individuare i suoi gap di performance.I dati di un'azienda vengono inseriti nel sistema e messi a confronto con i dati di riferimento contenuti in un database integrato. Il valore zero è il punteggio più basso mentre dieci è quello più alto dell'indice e di tutti i suoi 8 indicatori. Il tissue è un prodotto tipicamente sostenibile, che prevede un consumo ridotto di acqua e carichi contenuti di effluenti. Le distanze da coprire con i trasporti sono generalmente brevi rispetto a molte aziende che producono altri tipi di carta mentre le riduzioni operate nei materiali di confezionamento fanno ormai parte di una tendenza consolidata. Quanto alle emissioni di CO2, si stanno compiendo degli sforzi per ridurre il consumo energetico. Nella generazione di energia, la cogenerazione CHP da gas è molto diffusa, ma per poter arrivare ai futuri e impegnativi traguardi saranno necessarie nuove tecnologie in grado di sostituire i combustibili fossili, specie il gas naturale.

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