PJL-47

HandMade Design

L’interesse e la curiosità suscitata dall’immagine di copertina del Perini Journal 46 ci hanno portati ad approfondire la conoscenza di CasaLaboratorio, lo studio dei due giovani designer che l’hanno realizzata. E abbiamo scoperto che non tutti i designer sono “rapiti” dal digitale. Vivianne e Christian progettano e lavorano ancora con le loro mani...

Nico Zardo


Lei, Vivianne Medeiros è brasiliana, nata a Belo Horizonte, lui, Christian Fregnan, è di Vigevano, in provincia di Pavia. Entrambi giovani, poco più che trentenni, si sono conosciuti su un social network. Romanticamente si sono incontrati a Parigi, sotto la torre Eiffel e hanno pensato bene di abbinare sentimenti e interessi di lavoro mettendosi insieme anche professionalmente con uno studio di design dal significativo nome di CasaLaboratorio. Dice Vivianne: “Io volevo Casa e lui voleva Laboratorio. CasaLaboratorio è una espressione di quello che siamo, oltre a coppia e soci. Ognuno di noi ha le proprie abilità ma che si abbinano molto bene tra loro. Abbiamo iniziato facendo prodotti per noi. Adesso CasaLaboratorio è nostro ma è anche di coloro che partecipano al nostro lavoro o che passano per un caffè”.


CHRISTIAN HA UNA PREPARAZIONE DI PERITO MECCANICO “temperata” con un periodo di apprendistato in un laboratorio di restauro dove si è appassionato anche alla lavorazione di materiali che definisce più “caldi” come legno, cemento, resine. “Di quel mondo conservo manualità e passione per gli utensili”, dice Christian e prosegue: “Mi allontano qualche anno dalla meccanica solo il tempo di capire che arredamento e design sono da sempre passioni latenti. Ecco che rispolvero capacità tecniche nell’uso di utensili, ma questa volta con un occhio di riguardo per il legno. Entro per gioco nel mondo del restauro imparando ad apprezzare linee degli oggetti d’altri tempi, mixandole talvolta alle tendenze attuali, trasformando così mobili classici in pezzi unici e senza tempo. “È stata una cosa graduale”, continua Christian, “Inizialmente ho interpretato il lavoro di restauro come un semplice arricchimento personale, per accrescere le mie capacità e cominciare a pensare a un laboratorio tutto mio. In seguito ho capito che la cosa non mi bastava, ma nemmeno volevo diventare un falegname. Volevo creare qualcosa di più”.


VIVIANNE HA UNA SOLIDA PREPARAZIONE che annovera un corso di Garden Design, una Laurea in Design d’Interni, un Master in Gestione del Design, un Master in Brand Communication. E poi, dice Vivianne: “Tanti di quei piccoli corsi come design del gioiello, Brand dei Sistemi Territoriali, senza apparenti connessioni ma che adesso fanno parte, indispensabile, di me e del modo che progetto”. Questi studi hanno dato origine ha un forte interesse per la visualizzzione del paesaggio che, per ora, trova concretezza attraverso due modalità di rappresentazione. “Paper Territory è nato da una mia voglia di dare identità a un territorio”, ci racconta Vivianne e aggiunge: “Le curve di livello sono come l’impressione digitale di un paesaggio, ogni linea, ogni livello è parte della sua storia – sommato alla passione per le sculture in carta. MossGarden invece nasce da un desiderio di una mia amica di avere un giardino “tascabile”, in questo caso, da tavolo. La scelta della specie è stata quella di dare altro significato al muschio, ovvero, toglierlo dagli angoli umidi e metterlo sopra il tavolo come elemento di valore. La composizione del giardino, come in grande scala, si basa sull’architettura data al cemento su cui poggia. MossGarden è completo con una cupola di vetro che chiude gli elementi in un micro eco-sistema autonomo. Il prossimo progetto è in fase di concept ma ha già un nome, NO-vase, per le specie completamente autonome, sarà una ironia, il secondo garden della serie “tascabile”.


IN TEMPI COME I NOSTRI dove se una produzione creativa non è fatta con una buona dose di programmi digitali è considerata out, l’attività di Vivianne e Christian orientata prevalentemente alla manualità, alla riscoperta di tendenze del passato e, perché no?, da un certa dose di poesia sembra equilibrare una tendenza verso fattori umani che sembravano dimenticati. Ma il loro atteggiamento non costituisce un esempio isolato. Visitando, di recente, le molte interessanti proposte del Fuori Salone del Mobile di Milano, sicuramente indicativo dello status dell’odierno design, si sono potute rilevare molte proposte di giovani designer allineate a queste tendenze. Oltre a esperienze influenzate dalle nuove tecnologie si sono viste sperimentazioni tra l’arte e il design orientate all’utilizzo di materiali amichevoli come carta e legno, alla natura, all’ambiente e al semplice piacere della convivialità. La febbre di una produttività sfrenata sembra trovare contraltari umanistici. 


“QUANDO QUALCUNO MI CHIEDE IL PERCHÉ di quello che faccio”, dice Christian, “non saprei dare una risposta precisa: perché quella forma, perché quelle sproporzioni? È un pensiero di bellezza totalmente personale. Si compra un quadro perché ci piace, non perché ci serve. A volte ho voglia di creare oggetti che rispondano solo a questo bisogno”. “I progetti di CasaLaboratorio sono una nostra espressione”, aggiunge Vivianne, “Quello che esce dalle nostre mani o dalla nostra testa è il prodotto di quello che siamo, oggi. Domani saremo già diversi. Quando abbiamo un problema che arriva da un cliente, ovviamente dobbiamo risolverlo tenendo conto dei suoi termini oggettivi, ma ci piace anche quando è meno arte e più design”.


CASALABORATORIO RESPIRA UN’ARIA INTERNAZIONALE. Dopo aver passato alcuni anni a Milano, naturale patria del design, da qualche mese si è traferito a Amsterdam dove ha trovato un ambiente ricco di nuovi stimoli. Ma è sempre pronto a spostarsi, in giro per il mondo, per partecipare con le sue opere a Design Week, a mostre d’arte e a tutte le occasioni di confronto con altre esperienze. *



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